Le bambine e i bambini nascono con una grande capacità genetica che gli permette di esplorare, discriminare, interpretare la realtà attraverso i sensi. Tutte le ricerche neurobiologiche dimostrano il grande co-protagonismo dei sensi nella costruzione ed elaborazione della conoscenza e della memoria personale e di gruppo.”

A differenza del pensiero convergente, che cerca di arrivare a una risposta precisa e corretta, il pensiero divergente esplora molteplici soluzioni, spesso non convenzionali, incoraggiando l’emergere di idee nuove e originali. Introdotto e sviluppato da psicologi come J.P. Guilford ed E. Paul Torrance, questo concetto è stato ulteriormente analizzato attraverso il pensiero laterale di Edward de Bono. Il pensiero divergente è un concetto fondamentale nella psicologia della creatività e rappresenta la capacità di generare idee nuove e originali. È fra l’altro un aspetto cruciale per l’innovazione in molti ambiti, dalla scienza all’arte, ed ha un ruolo fondamentale nella risoluzione creativa dei problemi e non.

Differenza con il pensiero convergente

Il pensiero divergente e il pensiero convergente rappresentano due modalità opposte di affrontare i problemi e generare soluzioni. Il pensiero convergente è lineare e analitico, si focalizza sulla convergenza verso una singola, corretta soluzione. Questo tipo di pensiero è comune per esempio nell’insegnamento scolastico e in situazioni che richiedono risposte precise, come la risoluzione di un problema matematico. È essenziale in ambiti dove è richiesta precisione e accuratezza.

Il pensiero divergente, invece, è più fluido e aperto. Incoraggia la generazione di idee diverse e inaspettate. Questo tipo di pensiero è associato indissolubilmente alla creatività, poiché permette di esplorare  molteplici alternative  possibili senza limitarsi a una singola soluzione. È utilizzato in contesti che richiedono una visione ampia e non convenzionale, come il design, l’arte e lo sviluppo di nuovi prodotti. Il pensiero divergente è fondamentale per produrre una vasta gamma di idee, che possono poi essere affinate attraverso il pensiero convergente per arrivare a una soluzione praticabile.

Differenza con il pensiero laterale

Il pensiero laterale , concepito e studiato da Edward de Bono, è un metodo specifico di risoluzione dei problemi che incoraggia a guardare le situazioni da prospettive diverse e a sfidare le modalità tradizionali. De Bono ha proposto il pensiero laterale come una tecnica per “uscire” dai modelli di pensiero convenzionali, spingendo le persone a trovare soluzioni innovative e alternative a problemi complessi. Sebbene il pensiero laterale e il pensiero divergente condividano l’obiettivo di promuovere la creatività differiscono nel loro approccio. Il pensiero laterale si concentra su tecniche specifiche per rompere schemi mentali rigidi, come il “brainstorming inverso” o la “tecnica delle provocazioni”, dove idee apparentemente assurde vengono usate per stimolare nuove soluzioni.

Il pensiero divergente, invece, è un concetto più ampio che comprende la generazione di molteplici soluzioni creative senza un particolare focus su come queste idee vengono generate.

In pratica, mentre il pensiero divergente può portare a molteplici soluzioni innovative a un problema, il pensiero laterale si concentra su come raggiungere queste soluzioni attraverso un cambiamento di prospettiva.

Importanza del pensiero divergente

Nel mondo moderno, caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici e sociali, il pensiero divergente è più importante che mai. Le aziende e le organizzazioni di successo spesso valorizzano la capacità dei propri dipendenti di pensare in modo creativo e di proporre soluzioni innovative ai problemi.

Questa competenza è fondamentale non solo nel campo del design e dell’arte, ma anche in settori come la tecnologia, la scienza e il business, dove l’innovazione è la chiave per la competitività.

L’educazione gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del pensiero divergente. Tradizionalmente, i sistemi educativi hanno privilegiato il pensiero convergente, valutando gli studenti in base alla loro capacità di fornire risposte corrette. Tuttavia, per fortuna, c’è una crescente consapevolezza dell’importanza di coltivare la creatività e il pensiero divergente nelle scuole. Metodologie di insegnamento che incoraggiano l’esplorazione, il gioco e l’apprendimento esperienziale stanno diventando sempre più diffuse, aiutando gli studenti a sviluppare queste competenze.

Sviluppare questo tipo di pensiero richiede pratica e l’adozione di strategie specifiche

Educare la mano

La mano si forma attraverso l’esercizio, seguendo la volontà del bambino. Già a 18 mesi, il piccolo agirà sull’ambiente con intenzioni specifiche. Le mani diventano strumenti per trasportare oggetti, arrampicarsi e creare, con le abilità che si affinano col tempo: dalla manipolazione a 12 mesi, all’inserimento di oggetti a 2 anni, alla costruzione a 5 anni. Affinché non provi frustrazione, il bambino deve avere diverse opportunità di esercizio manuale. La mano, definita da Maria Montessori «organo psichico», si sviluppa da un afferrare goffo a una coordinazione precisa, utilizzando più dita come una pinza.

I primi lavori di fino motorio

Per una crescita armonica delle competenze motorie, si possono proporre attività di travaso e infilamento, iniziando con oggetti grandi. In questo modo, il bambino impara attraverso l’esperienza e la sperimentazione: ad esempio, un oggetto quadrato non passa in un foro tondo. Non è necessario insegnare le regole della fisica, ma dar loro spazio e tempo per conoscerle attraverso la pratica.

L’ordine e la classificazione

Nei primi due anni e mezzo, il bambino scopre forme e materiali senza spiegazioni. Con il bagaglio esperienziale crescente, seleziona gli oggetti giusti per i suoi scopi, utilizzando la vista e il tatto per trovarli autonomamente. Dai 3 anni in poi, è utile commentare e catalogare i materiali, descrivendo le loro caratteristiche e storie.

Il potere trasformativo della fantasia

Dai 3 anni, i bambini usano la fantasia per giocare con materiali e superfici, creando con rami e oggetti flettibili, e l’adulto funge da “consigliere tecnico” per guidarli nei loro progetti. Un cassetto di materiali riciclabili può stimolare la creatività e l’apprendimento esperienziale. La crescita emotiva e cognitiva attraverso le esperienze tattili è fondamentale rispetto a tentativi di spiegazione verbale. 

Ecco perché quindi il laboratorio di ceramica

Le attività sensoriali coinvolgono più sensi e offrono numerose informazioni tattili, lo abbiamo detto più volte ecco perchè stimolano a livello visivo, favorendo l’attenzione e la curiosità agiscono ad esempio nel modo in cui si dispongono i materiali. secondo il gusto personale. L’aspetto principale da ricordare e su cui soffermarsi risiede proprio nel fatto che, a prescindere dalla sua “bellezza estetica” un kaviri ceranico, è possibile definirlo uno strumento educativo a tutti gli effetti ed i bambini come gli adulti e la terza età apprenderanno numerose informazioni. Un altro aspetto importante è legato al tatto. L’esigenza di toccare un materiale ha diversi effetti: infatti può soddisfare il bisogno di movimento, che aiuta a scaricare la tensione e a rilassare, può essere interessante stabilire la consistenza, la morbidezza, la porosità, stabilire se la creta è liscia e morbida o granulosa e meno stabile. Comprendere come dare forma, come costruire nello spazio e assemblare, comprendere al meglio come farlo e quale modalità adottare per ottenere il risultato che si è prefisso, applicare modalità inverse e diverse nel farlo.

Applicare quindi nella sua forma più completa il pensiero divergente e non solo, imparare ad avere la calma, la pazienza nell’applicare regole di costruzione e tempi tecnici, la pazienza nell’applicare il colore al meglio, imparare a gestire gli utensili e sviluppare la sensibilità nell’uso di questi. Il laboratorio di ceramica per tutti è uno strumento straordinario per applicare e imparare le infinite possibilità che l’essere umano ha.

 

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